Lucio cammino con te

Mi spiace per tutti quelli che non amano o semplicemente non digeriscono i tagli di Lucio Fontana. Mi spiace davvero tanto per loro, perché si perdono l’occasione di immergersi totalmente e incondizionatamente nell’arte. Sì, proprio così, si fermano quando i giochi cominciano a farsi interessanti e l’arte finalmente scopre che è possibile andare ben oltre i propri (presunti) limiti; in pratica, si arrestano sul più bello. O forse no, forse è ancora lontano il varco, ancora ce ne vuole per arrivare a questo orizzonte degli eventi, apertura dello spazio-tempo dal quale non si torna più e che per paura cerchiamo di tenere ben lontano. Perché in fondo credo sia proprio questo che spaventa gli spettatori di un Fontana: la paura di essere risucchiati in questi tagli, in questi buchi oltre i quali non si sa cosa ci sia, non si sa cosa ci aspetterà. Questo timore del grado zero, certo comprensibile ma non condivisibile appunto perché si tratta di arte e l’arte va vissuta pienamente e totalmente. Altrimenti niente. Tutto o niente. Non si fanno le cose a metà, non si affronta l’arte con debolezza e timore. Non serve a niente, né all’artista né allo spettatore: o ci si inebria profondamente delle sensazioni che essa può trasmetterci, o meglio non farne di nulla.


Non ho mai percepito questi tagli come violenza. Non li ho mai sentiti “addosso”.   Non sono affatto violenze, quanto piuttosto possibilità (oltretutto, di un’eleganza unica): aperture che mi vengono fornite dall’artista e che devo saper sfruttare. E dunque percorrere, oltrepassare senza paura per quello che ci sarà ad attendermi dall’altra parte. Perché in effetti altri indizi non ce ne sono, qualcosa che aiuti – l’orizzonte è silente monocromo, spesso bianco -. Tocca a noi: nulla ci viene fornito per affrontare il percorso, tutto è rimandato a noi stessi e alla nostra capacità cognitiva, magari alla nostra curiosità. Ma soprattutto al nostro coraggio. Il viaggio è appena iniziato, io mi abbandono e mi lascio risucchiare. Saluti a tutti.

Raffaele Boni 2016

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